Le scopate di mia moglie con i carcerati

Una storia vera di un lontano passato, quando portavo mia moglie a farsi scopare da guardie e carcerati.

La mia vita da cornuto era appena iniziata. Fu un periodo emozionante ma anche emotivamente confuso. Una storia difficile da raccontare.

Scopate in prigione

La mia prima moglie, Marianna, era una donna statuaria di origini irlandesi. Marianna era una schiava della sua stessa sessualità. All’inizio, le sue molte infedeltà mi facevano arrabbiare. La amavo moltissimo e col tempo iniziai ad accettare le sue avventure sessuali e le avevo persino incoraggiate.

Davy, l’altro protagonista della storia era amico mio e di Marianna. Un uomo di colore che aveva qualche anno in più di noi. Era stato arrestato tempo prima per alcune cavolate e aveva passato un po’ di tempo in prigione.

Noi gli inviavamo sempre della corrispondenza e Davy riuscì a metterci sul suo elenco visitatori. Era un posto abbastanza tranquillo per essere una prigione. Un fine settimana al mese riuscivamo a fargli visita. I prigionieri e i loro ospiti si mescolavano liberamente all’aperto e grigliavamo hamburgers e hot dogs. A volte ci fermavamo tutto il giorno.

Non leggevo le lettere tra Davy e Marianna ma sospettavo fossero piuttosto piccanti.

Durante la nostra prima visita, Marianna indossava un miniabito di cotone largo. Non enfatizzava la sua figura, ma faceva ben poco per nasconderla.

Non potei fare a meno di notare gli sguardi ammirati che stava ottenendo dalla maggior parte degli uomini lì. Anche lei si stava godendo l’attenzione. Stava liberamente dispensando abbracci e persino baciando i molti amici che Davy le aveva fatto conoscere.

Ero anche molto consapevole e un po’ eccitato dalla vista e delle mani di Davy che le accarezzava costantemente il culo rotondo e indugiava ai lati del suo seno grande.

Io venivo ignorato quasi tutto il tempo.

Quando il sole iniziò a tramontare e il periodo di visita stava volgendo al termine, Davy, con il braccio attorno a Marianna, mi informò che dopo il “controllo del letto” notturno quando venivano contati i prigionieri, lui avrebbe potuto sgattaiolare fuori.

Non andava con una donna da mesi e voleva scopare mia moglie. Davy mi chiese se saremmo rimasti nella nostra macchina nel parcheggio. Ci avrebbe raggiunti lì.

Non mi piaceva l’idea, ma quando Marianna coprì la mano di Davy con la sua e la spostò su di un seno, era ovvio che era tutto già programmato, quindi accettai di rimanere.

Ci dirigemmo quindi entrambi verso la macchina e una volta lì, schiacciammo un pisolino. Era stata una lunga giornata, con il viaggio fin lì e la visita di un’intera giornata. Ero stanco.

Verso le 22.00 circa, fummo svegliati da Davy, che stava bussando al finestrino. Disse a Marianna di uscire, dicendo che sarebbero andati nel bosco vicino al parcheggio. Non ero stato invitato, non come mi sarei aspettato.

Davy portava con se una coperta piegata e, tenendosi per mano, scomparvero nel boschetto. Pochi minuti dopo non riuscendo a sopprimere il mio bisogno di seguirli, mi incamminai pure io verso il boschetto.

La mia natura voyeuristica era stata completamente risvegliata.

Silenziosamente presi lo stesso percorso nella fitta boscaglia che avevano preso loro. Non erano andati molto lontano perché sentii i suoni del loro fare l’amore prima ancora di vederli. Mi abbassai sulle ginocchia e strisciai invisibile fino a un folto cespuglio, a pochi metri da loro.

Avevo una bella vista del cazzo nero sorprendentemente grande e lungo di Davy che pompava furiosamente dentro e fuori dalla figa stretta di Marianna. Non c’era il caso di essere così cauto con il mio approccio. Marianna era piuttosto rumorosa e ovviamente si stava godendo il cazzo duro che stava ricevendo.

Davy eiaculò con un grido, e improvvisamente mi resi conto del punto bagnato sui miei pantaloni. Davy non si tirò fuori ma smisero di scopare e rimasero immobili per un po’.

Davy le stava sussurrando all’orecchio e non riuscivo a sentire quello che le diceva, ma Marianna si stava divertendo, qualunque cosa stesse dicendo. Potevo sentirla ridacchiare e dire “sì” più volte.

Ripresero a scopare, questa volta più tranquillamente. Davy si ritirò momentaneamente e Marianna si girò sulla pancia. Allungò la mano e allargò le chiappe del sedere affinché il grosso cazzo di Davy le spingesse nel culo stretto.

Marianna indietreggiò e dai suoi lamenti e parole di incoraggiamento, potei dire che le piaceva tremendamente farselo mettere nel culo. Davy le sparò il suo secondo carico nel culo.

La conversazione era più sussurrata e credetti che avevano quasi finito.

Indietreggiai sotto il cespuglio e tornai in macchina. Poco tempo dopo Davy emerse dai cespugli e si avvicinò alla macchina. Mi disse che alcuni dei suoi amici volevano scopare mia moglie. Pensava che fosse stato piacevole e lui sperava che io non avrei obiettato. Non lo feci.

Davy disse che Marianna gli aveva detto che io portavo sempre delle sue foto di nudo con me. Gli aveva detto che avrebbe potuto averne una se gliela avessi data. Ero ancora davvero entusiasta della situazione e diedi a Davy tutte le foto che avevo, dicendogli che potevo sempre scattarne di più.

Seguii Davy con lo sguardo tornare alla prigione. Pochi minuti dopo uscì un altro uomo che andò tra i cespugli. Fu presto seguito da un altro ragazzo. Questa volta fui ancora più cauto con il mio approccio e fui ricompensato dalla vista di Marianna scopata in doppia penetrazione con un cazzo nero nel culo e un cazzo bianco nella figa.

I due ragazzi non dovevano essere stati con un donna da molto tempo. Come Davy, stavano dando a Marianna una serie di colpi martellanti a ripetizione e lei adorava essere scopata in quel modo.

Finirono e se ne andarono, dicendole di rimanere lì tranquilla perché altri ragazzi stavano arrivando. Anch’io rimasi lì nascosto tranquillo.

Compreso Davy, otto uomini scoparono Marianna quella notte.

Quando tornammo entrambi in macchina, scopai anche io la sua figa estremamente succosa. Far scivolare il mio cazzo gonfio nel buco viscido e spalancato di mia moglie era incredibilmente erotico.

Volevo fotterle anche il culo, ma mi disse che era troppo dolorante e gonfio. Mi promise che avrei potuto usare il culo non appena si fosse ripresa dal martellamento della notte.

Dormì fino a casa.

Mentre si avvicinava il prossimo giorno di visita, Marianna si eccitava ogni giorno di più. Non l’avevo mai vista così eccitata sessualmente. A Davy ora era permesso chiamarla.

Mi disse che gli erano stati concessi privilegi più speciali, in quanto Davy aveva promesso lei a un paio di guardie. Ridacchiò e disse che non vedeva l’ora di avere la perquisizione che stavano pianificando.

Quella notte volle scopare tutta la notte. Raggiunse l’orgasmo più e più volte mentre mi succhiava il cazzo e mi fottevo la sua figa e il suo culo.

Ci alzammo all’alba, il giorno della visita. Era così ansiosa per il duro sesso che Davy e gli altri prigionieri avevano pianificato per lei. Indossava lo stesso abitino che aveva indossato durante la nostra prima visita, ma lo aveva accorciato.

Ormai era così corto che le copriva a malapena il sedere formoso. Se si fosse piegata in avanti solo un po’, la sua figa sarebbe stata in mostra.

All’arrivo, firmammo il libro degli ospiti. La guardia ammettente mi disse di andare avanti nel cortile. Mandò Marianna attraverso un’altra porta. Mi fece un grande strizzatina d’occhio e un cenno della mano e scomparve nel carcere.

Nel cortile, fui accolto da Davy. Mi ringraziò per aver riportato Marianna.

Gli dissi che non avrei potuto impedirle di venire anche se avessi voluto, cosa che non avevo fatto. Abbiamo trascorso solo un paio d’ore a chiacchierare.

Diedi a Davy altre 20 foto di Marianna nuda. Disse che le sue foto erano state attaccate al muro del suo letto e che avrebbe aggiunto quelle nuove lì. Tutti potevano vederle. L’aveva “prostituita” in anticipo, ad alcuni dei prigionieri per pacchetti di sigarette.

Le due guardie che si stavano alternando a scopare mia moglie avevano promesso a Davy che non ci sarebbero stati problemi con le sue attività in seguito. Erano quelli che gli permettevano di usare il telefono quando erano in servizio.

Marianna, tornò un po’ arruffata e si unì a noi. Con sua evidente delizia, fummo presto circondati da uomini eccitati. Davy non aveva detto a nessuno di tenere le mani lontane.

La mia erezione era prominente come una delle loro forti mani maschili e dure che accarezzavano e tentavano il corpo di mia moglie. Penso che Davy fosse diventato il ragazzo più popolare del carcere.

Persi il conto del numero di uomini che avevano scopato mia moglie quel giorno e quella notte. Più di venti sono sicuro. Quello era il nostro secondo giorno di visita e per il resto del trascorso di Davy in prigione, Marianna non perse un solo giorno di visita.

Un giorno Marianna mi disse di aver dato a Davy il permesso di dare il nostro indirizzo di casa ad alcuni prigionieri che avevano finito di scontare la pena.

Almeno una volta al mese un paio di ex-galeotti si presentavano alla nostra porta. Marianna con entusiasmo li portava a letto.

Quando anche Davy fu rilasciato, la sua prima fermata fu la nostra camera da letto. Marianna lo invitò a rimanere finché non riuscì a trovare un posto tutto suo.

Visse con noi per circa un mese.

La loro relazione era già ben consolidata e continuò a lungo, con Davy che la prostituiva e la prestava spesso ai suoi amici.

Per anni ho avuto un ricordo di quel momento, una scatola meravigliosamente rifinita fatta di legno di sequoia nella bottega del carcere.

Durante una visita uno dei prigionieri me l’aveva regalata in segno di apprezzamento per aver condiviso la mia bellissima moglie sexy con gli uomini eccitati della prigione.

Marianna morì molto giovane quasi cinquant’anni dopo mi manca ancora.

La sua vita breve, nei miei sogni, non invecchia mai. La nostra vita insieme è stata turbolenta, per non dire altro.

“Nel bene o nel male, sicuramente mi ha messo sulla strada che ho seguito nei miei rapporti con le altre donne da allora”

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