Il mondo BDSM dal punto di vista delle Mistress

“Anziché una bacchetta magica, uso una frusta”: le parole della Mistress MissEvaBraun la dicono lunga su quanto una dominante possa esaudire i sogni e i desideri del proprio slave in un modo del tutto alternativo.

Il mondo BDSM dal punto di vista delle Mistress

Avvicinatesi spesso a questo universo un po’ per gioco, ma sicuramente per un’indole da vere leader anche nella vita di tutti i giorni, le Mistress sono delle dominatrici: come tali mantengono sempre la loro autorità, per tutta la sessione, ed esigono rispetto, ma non solo. Vediamo cosa ne pensano le Mistress italiane intervistate da Cruel Mistress Italia del mondo BDSM e del proprio lavoro.

Il BDSM per le Mistress, una questione “mentale”, più che di sesso

Provate a chiedere a una Mistress di far girare l’intera sessione BDSM attorno a un rapporto sessuale: sicuramente, non le farebbe piacere! Nel descrivere il loro rapporto con il BDSM, infatti, le Mistress pongono l’accento non solo sulla distinzione tra quest’ultimo e la prostituzione, ma anche sul fatto che essere Mistress vuol dire che sono loro ad avere il pieno controllo della sessione.

Una Mistress con la M maiuscola, insomma, tendenzialmente nega il suo corpo allo slave e, non concedendosi per alcun genere di pratica sessuale, si dedica generalmente solo ad attività come il fisting o lo strap-on.Le dominatrici che si concedono senza riflettere troppo sull’impatto dei loro gesti, come dice la Mistress campana Susanna Guerriero, “facendo così creano nella mente dello slave solo confusione, come se lo slave potesse avere tutto pagando, ma non è assolutamente vero, è tutto sbagliato”.

Per le Mistress ProDomme – le professioniste – questa distinzione netta è fondamentale, perché il BDSM, infatti, ha alla base un piacere che è strettamente connesso con la sfera mentale (potremmo dire “cerebrale” per usare le parole di Mistress Casati), ma c’è di più: come ci fa notare Mistress Zelda, infatti, se si concede allo schiavo una prestazione sessuale “la punizione smette di avere senso”.

I problemi del mondo BDSM: lo slave perfetto non è mai maleducato

La maleducazione, si sa, non è mai piacevole quando la si incontra in una persona e nemmeno le Mistress – padrone che adorano essere adorate e rispettate durante le loro sessioni, ma anche al di fuori – la tollerano ben poco.

Purtroppo, però, uno dei problemi riscontrato e raccontato dalle Mistress di oggi è proprio questo, un approccio spesso maleducato, arrogante e poco rispettoso da parte degli slave nei loro confronti già dai primi contatti in chat con le Mistress. MissEvaBraun racconta questa frustrazione, dicendo che lo schiavo ideale “ deve essere educato, riservato, rispettoso, umile, generoso, disponibile e affidabile. È terribilmente triste constatare che questi requisiti siano praticamente nulli nella stragrande maggioranza delle persone, ma fortunatamente qualche diamante grezzo ancora lo si può trovare”.

Alcune attitudini e caratteristiche ricercate negli Slave sono poi personali: per esempio, Mistress Casati preferisce uno slave che sappia esprimersi correttamente in lingua italiana, magari anche antica, visto che è una grande amante dell’epoca vittoriana.

Altre Mistress, come Mistress Zelda, amano invece che ci si rivolga loro con il “voi”, mentre a loro volta si riferiscono allo slave con il “lei”.

Fondamentale, comunque, resta la fiducia reciproca, mentre la caratteristica principale della dominatrice è quella di avere un intrinseco desiderio di dominio che è proprio ciò che la rende perfetta per appagare i desideri di sottomissione del suo schiavo.

Infine, un’ultima riflessione viene portata avanti dalle Mistress italiane: mentre sempre più giovani si interessano all’universo del BDSM, il rischio è che siano proprio le nuove generazioni a non sapersi comportare nel giusto modo, secondo il rispetto che ogni Mistress pretende.

Lascia un commento