La moglie scopata in vacanza in Giamaica da un Big Bamboo

Adori i racconti porno cuckold con bull di colore?

Se si, in questo c’è il marito cornuto che si vede rimpiazzato da un grosso cazzo nero giamaicano.

Moglie scopata da un Big Bamboo giamaicano

La cultura giamaicana è piena di storie di cornuti e di porno mogli in vacanza in Giamaica.

Le donne bianche annoiate dai loro mariti approfittano di numerosi amanti disponibili per soddisfare le loro esigenze. Sono andato a scuola con il frutto di molte di queste unioni.

Più avanti mentre maturavo sessualmente, ascoltavo mentre i vecchi tori raccontavano i loro interessanti legami, con le donne turiste, che frequentavano la nostra idilliaca isola alla ricerca di stalloni.

Quindi di notte, un gruppo di noi giovani “tacchini“, bazzicavano alla ricerca di donne, sperando di avere fortuna prima che la notte finisse.

Fu allora che vidi Monica, snella, alta, capelli biondi, dirigersi verso il bar in cui mi trovavo, indossando un abito nero aderente con stivaletti alla caviglia neri e un aspetto accattivante.

Si girò e chiese: “Potresti consigliarmi un buon drink giamaicano?”

Colto alla sprovvista riuscii a chiederle se lo preferiva dolce o secco e quando lei rispose dolce, le suggerii un tè giamaicano a 7 strati.

La guardavo sorseggiare il drink e io continuavo a sorseggiare il mio, mentre la guardavo nel mio modo più discreto.

Aveva delle orecchie bellissime e notai che indossava parecchi orecchini di dimensioni graduate che correvano lungo il suo padiglione auricolare, e le chiesi a loro riguardo.

“Ne ho sette in una e sei nell’altra.”

“Odio la simmetria”, mi rispose e mi fece un sorriso.

Tredici è il mio numero preferito, questo suscitò il mio interesse, ma poco importava quando Monica mi disse in seguito che mi aveva notato prima e aveva deciso che sarei stato adatto per i suoi piani.

Dopo ancora qualche minuto di conversazione mi chiese di accompagnarla nella sua stanza, stordito e incapace di credere alla mia fortuna la seguii.

C’era una luce accesa mentre entravamo nella stanza, accese lo stereo e la voce di Bob Marley si diffuse in tutta la stanza.

Le presi la mano, la tenni stretta, ballammo un po’, lasciandoci andare alla musica, e vidi la luce della luna brillare sull’oceano.

Il mio cazzo eretto cominciò a spingersi tra le sue gambe mentre io passavo le mani sulle sue mutandine di raso nero. Con una risatina mi fece capire che ci stava e sporse i fianchi verso di me.

Il termine “cougar”, non esisteva ancora o almeno non ne ero a conoscenza, ma caddi facilmente nell’ebbrezza di questa seduttrice più anziana.

Era appassionata, mi baciava dappertutto, mordendomi il collo e le labbra fino al punto di farmi sussultare. Allo stesso tempo accarezzava il mio cazzo tra le gambe.

Ero così eccitato che il mio cazzo palpitante stava rilasciando il suo pre-sperma e potevo sentire la cappella che si stava già bagnando.

Notò il mio ardore, e questo la eccitò ancora di più perché iniziò a parlare in modo volgare, dicendomi quanto desiderava un Big Bamboo in mezzo alle cosce.

Un riferimento tipico della Giamaica a un grosso cazzo.

Era piuttosto esplicita nei vocaboli, dicendomi che voleva che le spingessi il mio grosso cazzo in gola e scoparle bene la figa e di come voleva sentirmi scivolare nel culo e spaccarla.

Allentandomi i pantaloni ansimò alla prima vista del mio cazzo, ci avvolse entrambe le mani e cominciò ad accarezzarlo, mentre apriva la bocca per leccare la punta e dando colpi di lingua alla testa.

Ero fuori di me, sentivo le sue tette sode mentre le toglievo la camicetta.

Questa signora aveva classe; indossava un raffinato pizzo nero che le racchiudeva l’ampio seno, i suoi capezzoli rosa chiedevano solo di essere succhiati, quindi la feci sdraiare sul letto e le tolsi gli stivali, succhiandole delicatamente ogni dito dei piedi.

Poi le sfilai le mutandine e mi tuffai profondamente nel tesoro che tanto desideravo assaggiare.

Ignaro di qualsiasi altra cosa, tirai fuori la lingua leccando e succhiando abbastanza forte il suo clitoride, sollevando le gambe in aria contrasse il suo dolce ano, i suoi sospiri e i suoi strilli fornivano note musicali per la sinfonia che avevo intenzione di scrivere.

Da qualche parte in quella che sembrava un’altra realtà sentii uno starnuto o un tentativo di soffocarne uno.

Ci volle un po’ prima di capire cosa fosse, ma mentre mi alzavo per scoprire la fonte dello strano suono, Monica cercò di trattenermi.

Io la spinsi di nuovo sul letto e in un attimo aprii la porta dell’armadio.

In ginocchio e completamente nudo c’era il marito di Monica. Lo portai fuori per un orecchio e gli chiesi una spiegazione.

Versami un drink gli dissi, mentre Monica mi spiegava come le piaceva cornificare suo marito, che con il suo piccolo cazzo non la soddisfaceva.

A lui piaceva guardare e a volte partecipava. Le piaceva che lui la succhiasse dopo che era stata scopata da altri, ma lei non gli aveva mai permesso di scoparla.

Avevano programmato la loro vacanza sull’isola nella speranza di trovare un grosso cazzo nero per soddisfarla, mentre lui era contento di guardarsi la scena.

Considerai la situazione per un attimo e dal momento che non avevo intenzione di lasciarmi scappare questa bella e calda signora, girai la situazione a mio vantaggio.

Avevo già fatto sesso di gruppo ma non avevo mai avuto un voyeur che valutasse la mia performance.

“Hmmm! Oh mio caro signore, hai appena comprato un bel posto in prima fila, ma devi pagare per giocare”, dissi tirando fuori il mio cazzo e glielo spinsi in bocca. Lui protestò ma io insistetti di più.

Dato che ora avevo perso l’erezione a causa sua, sarebbe stato lui l’incaricato di farmelo ridiventare bello duro per scopare sua moglie.

Con un paio di schiaffi in faccia mentre gli tenevo il naso, fu costretto ad aprire la bocca. Non avevo mai avuto un uomo che mi succhiasse prima, ma la sensazione di potere che avevo su questo sfigato cornuto era eccitante.

Con la mia erezione saldamente ristabilita, posizionai Maria a pecorina e iniziai a montarla lentamente.

“Avvicinati”, dissi al piccolo uomo, “siediti qui e guarda come il mio cazzo tappa l’avido vecchio buco di tua moglie. È così caldo e stretto e la sua figa è allungata dal mio cazzo nero.

Voglio che lecchi la sua figa per bene e poi voglio che assaggi il mio succo di cazzo mescolato al suo.”

Mentre la sbattevo lentamente, Monica diventava ancora più troia, insultava e umiliava il povero marito cuckold, ridendo, raccontando come il mio cazzo la riempiva davvero e come invece il suo uccello gracile non sarebbe mai più entrato nella sua figa.

La stranezza di avere questo povero sfigato come testimone mentre servivo a dovere sua moglie, mi aiutò ad aumentare la tensione. Iniziai a sbattere la sua figa stretta in modo più deciso.

Non volendo perdere l’occasione di scopare il delizioso buco del culo di Monica, richiamai suo marito a leccare e lubrificare il suo stretto buco muschiato.

“Tieni il mio cazzo e infilalo nel bel culo di tua moglie”, gli ordinai.

Per tutto il tempo in cui Monica è rimasta a testa in giù con il culo in aria, teneva aperte le chiappe del culo mentre lentamente entravo nel suo buchetto posteriore.

Il caldo era intenso e anche il suo buco stretto lo era. Sembravo un toro infuriato e mentre lo immergevo profondamente lei ansimava di piacere.

Si spinse indietro per farmi accomodare ancora di più, “non fermarti e scopami di brutto”, urlò, mentre partivamo ad un ritmo insostenibile, sbattendo fino a quando non mi allungai e la tirai su, inarcando la schiena ed esplosi, poi cademmo insieme esausti.

Sammi sdraiati per un po’, con il mio cazzo ora sgonfiato che le scivolò lentamente dal culo, “Vieni qui e puliscici”, sussurrai al marito e non ci fu bisogno di dirglielo due volte.

Era totalmente sottomesso ai miei bisogni e attento ai miei desideri che leccò il mio, prima di rivolgere la sua attenzione a Monica e al suo creampie anale.

Troppo stanco per tornare a casa, decisi di passare lì la notte, Monica e io dormimmo sul letto mentre il povero cornuto dormì sul pavimento. Ero sveglio quando Monica si mosse per andare in bagno a fare pipì.

Indicai suo marito e con un occhiolino come se avesse letto la mia mente, si chinò sul suo viso serrando la sua figa per formare un sigillo stretto e gli pisciò direttamente in bocca.

Guardandola nel fare questo mi fece rizzare di nuovo il cazzo e non appena fu a letto, la gettai sulla schiena per un’altra sessione devastante.

La mattina salutai entrambi promettendo a Monica di portare qualche amico più tardi tra cui un amico speciale che adorava trattare come femminucce i mariti cuckold.

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