La moglie trasformata in puttana dal cuckold indiano

Moglie indiana

Le mie fantasie da cuckold fanno felice un cuckold indiano

Questo che vi racconto è successo un paio d’anni fa. È uno studio su come le mie fantasie di cuckold hanno portato alla realizzazione delle fantasie cuckold di un altro uomo – forse più di quanto volesse davvero.

Racconto la storia così come è successa visto che ricordo i dettagli.

È stata un’esperienza intensa, che mi è rimasta nella memoria. Alcuni dettagli sono stati modificati per proteggere i protagonisti.

Sono stato un militare per diversi anni ed ho lavorato in Afghanistan con vari contratti militari. I soldi erano buoni ed io ero entusiasta del brivido di essere in azione. Guadagnavo quasi 900 euro al giorno mentre ero in missione.

Mentre i soldi si accumulavano nei nostri conti bancari, le lunghe separazioni causavano problemi al mio matrimonio. Avevo 55 anni e mia moglie Dolores 53.

Era una messicana-americana di terza generazione che avevo incontrato durante un incarico militare a Fort Huachuca, in Arizona.

Era ancora ben messa, piccola ma carina, pelle color cannella, e tutte le curve al posto giusto, tette e culo. Il tipo di donna che attira l’attenzione quando le stai camminando dietro.

Io pure, sono un bel tipo, in forma, che gironzola nelle basi con Navy SEAL, Marines, Army Special Forces e frequento regolarmente le palestre.

Avevo ancora buona parte dei miei capelli castani e grigi sabbiosi. Prima delle guerre, mia moglie Dolores mi aveva sorpreso a tradirla diverse volte. Lunga storia, non ho intenzione di divagare, ma ho avuto amanti per anni.

Dolores avrebbe dovuto essere un po’ più dura con me, ma la ragione principale per cui la tradivo era il mio forte desiderio sessuale e una specie di compulsione a scopare ogni donna che mi veniva a tiro.

Era qualcosa che avevo imparato nell’esercito, in cui i militari uscivano nei bar del Texas, tiravano fuori le giovani troie dalle discoteche europee o andavano in bordelli in Messico o in Germania ed era il passatempo principale mio e dei miei amici. Non vedevo il problema nel fottere.

Dopo un episodio particolarmente brutto in cui lei scoprì e affrontò l’altra donna, anche lei latina, ebbi un lungo periodo di silenzio con Dolores, era molto arrabbiata.

Mi stava castigando, completamente sconfitto dalla sua rabbia e dalla mia vergogna. Dopo un mese, cominciò ad ammorbidirsi con me, ma fece anche qualcosa di diverso, che non aveva mai fatto.

Iniziò a raccontarmi dei ragazzi che ci provavano con lei, quasi ogni giorno. Al lavoro, al centro commerciale, al supermercato.

Alcuni di questi approcci erano miti e sottili: “Dolores, che bel vestito che indossi”, “Stai benissimo oggi, tuo marito è un uomo fortunato”, “Hai avuto una vita interessante, mi piacerebbe pranzare qualche volta e conoscerti meglio.”

Alcuni erano diretti e rozzi in posti come parcheggi o per strada :
“Accidenti, che bel culo, piccola!”

Una volta, mi raccontò che era a un evento sportivo per giovani organizzato nella città in cui lavorava. Un giocatore in pensione fu invitato all’evento, un nero di cui non posso fare il nome perché abbastanza famoso.

Gli appassionati di sport, conoscono il tipo: il “bravo ragazzo” che si ritira dalla squadra e rimane un eroe locale attraverso attività benefiche per la comunità, sponsorizzazioni retribuite dalle imprese locali e apparizioni occasionali nei programmi sportivi alla TV.

Mi raccontò che durante i discorsi e le presentazioni tenute all’interno di questa palestra scolastica, notò che la fissava, ovviamente tutto il corpo, e poi la fissava occhi negli occhi.

Disse che questo la rese nervosa, e distolse gli occhi, solo per alzarli di nuovo e incontrarlo di nuovo.

L’evento finì e lei si defilò. Uscì dalla scuola e vide l’ex giocatore. La stava aspettando! Era un ragazzo abituato a ottenere la figa che voleva e non perdeva tempo.

“Ehi, ragazza, grande evento! Sono felice di essere venuto, soprattutto dopo che ho visto te.”
“Grazie per essere venuto, i bambini sono stati felici di averti qui.”
“Felice di supportarti, forse potremo fare di più in futuro.”
Mi disse che le si avvicinò e “entrò nel mio spazio” era molto alto e spalle larghe anche se con un po’ di pancia”.

Disse che le stava quasi addosso. Disse che le fece cenno di spostarsi nell’angolo isolato dietro un muro della scuola, lontani da occhi indiscreti.

“Non mentirò o non perderò tempo, mi piaci e vorrei conoscerti meglio” disse. Lui sorrise e la penetrò con gli occhi, ma lei gli rispose: “Sono sposata.”
“Tesoro, sai che non significa molto.”
“Forse per te, ma non per me.”
“Che cosa significa per tuo marito? Lo sai?”
“Non molto, mio marito è uno stronzo”, gli disse.

“Umm-hmm, allora capisci cosa intendo?

Queste ultime cose penso me le abbia dette, forse con vergogna, per provocarmi, questo giocatore in pensione ovviamente non aveva idea della nostra storia.

“Sono fedele”, disse “Baby, io vivo in città, mi piacerebbe rivederti, senza obbligo. Ecco il mio numero, chiamami.”

Secondo lei, con questo, si sporse verso di lei, le diede il biglietto da visita, l’abbracciò e cercò di baciarla sulle labbra. Mi disse che lei però girò la faccia.

Certo, mi ha mostrato il suo biglietto. Sapevo che mi stava raccontando tutte queste storie per rendermi geloso e insicuro nel nostro già precario matrimonio, per allontanarmi dalle fottute altre donne, ma questa fu una storia a porte chiuse che ebbe un effetto su di me che Dolores non si aspettava. Mi stavo eccitando.

Dolores era sempre stata un po’ esibizionista e anche parecchio zoccola. Indossava camicette scollate e gonne corte, sempre vestiti che mostravano le sue curve.

Una vacca ninfomane con educazione cattolica che “diceva” di essere casta. Ora stava mostrando la sua sensualità e attrazione agli altri per tentare di controllarmi.

Questa storia mi entusiasmò e fu questa la svolta. Le chiesi, quasi in un gracchiare “Allora, lo chiamerai? Forse dovresti; guarda cosa succede.”

“Assolutamente no, sarebbe la fine del nostro matrimonio”, protestò lei.

“Forse no, forse sarebbe un bene per te vendicarti su di me e bilanciare le cose. Non vorrà mica sposarti, vorrà solo giocare, non devo dirti io queste cose.”

Per quanto ne so, Dolores non lo chiamò mai, ma il gioco era iniziato. Le suggerii di flirtare al lavoro con i ragazzi più attraenti.

Quando uscivamo, a volte insistevo che entrassimo in bar e discoteche separatamente, così potevo vederla parlare e ballare con gli uomini che le si avvicinavano.

Lei si rifiutò di andare oltre e io non insistetti oltre.

Incuriosito da questa cosa che mi eccitava, cercai online i vari siti internet di cuckold e hotwife.

Iniziai a leggere delle storie e a volte le inviavo a mia moglie, quelle che pensavo fossero particolarmente bollenti.

Mi disse che ero malato. Non la spinsi con forza.

Poi arrivò l’11 settembre e più per capriccio, risposi a un annuncio che cercava soldati privati per un’impresa militare. Con mia sorpresa, mi chiamarono.

Ero abbastanza annoiato del lavoro normale e della mia vita, quindi per spirito d’avventura ero felice di questo lavoro “solo per sei mesi” in Afghanistan.

Dolores fu contraria, non solo perché c’era una possibilità che io fossi ucciso o mutilato, ma soprattutto perché aveva paura che l’avrei cornificata, scopandomi chiunque mentre ero via.

Rispetto alla seconda guerra mondiale o al Vietnam, l’Afghanistan non era un luogo così romantico, ma potevano esserci delle opportunità con le poche donne militari o con il personale locale di supporto alle donne afgane.

Ma questa era un’altra storia.

Mentre andavo avanti e indietro in Afghanistan, la fantasia che avevo sulla mia mogliettina diventò sempre più intensa tra noi per gestire le separazioni e le privazioni sessuali, qualcosa di cui parlare.

Dolores iniziò a giocare con me, raccontandomi sempre più spesso sul suo flirtare al lavoro, mandandomi le foto quando si vestiva in modo provocante.

Poi iniziò ad uscire con le sue amiche non sposate, e iniziò a incontrare nuovi uomini nei club.

Dolores mi disse che lei e un’amica avevano incontrato un paio di ingegneri tedeschi in un club di lusso nel centro della città.

I tedeschi erano in città per una di consulenza per la loro azienda. Era chiaro che Dolores e la sua amica avevano scelto un favorito ciascuno, o viceversa.

Dolores aveva finito per scambiarsi il numero con Paul, che mi descrisse come un uomo alto e magro, che assomigliava a Russell Crowe ne “Il Gladiatore”.

Dopo un po’ di tempo, finalmente si diedero un appuntamento per cena.

Secondo lei, non sarebbe successo niente.

Poi al secondo appuntamento, sempre a cena mesi dopo, mi disse che si erano scambiati qualche bacio dopo una passeggiata nel parco.

Interruppi la loro storia d’amore tornando a casa dopo la fine di un contratto.

Non lo aveva mai scopato mi disse. Quando me ne andai di nuovo, credo di si.

Ma questo non è l’argomento principale di questa storia, ma quando si verificarono i principali eventi di questa storia, mi inviava regolarmente e-mail che descrivevano in dettaglio i suoi incontri sessuali con Paul.

È possibile che le e-mail di Dolores fossero solo fantasie per intrattenermi, ma erano così dettagliate e in sintonia con i suoi gusti e le sue abitudini che le credevo.

Inoltre, a letto era cambiata, era diventata una succhiacazzi molto più entusiasta e abile, niente più denti. Comunque, questa è anche un’altra storia.

Quindi, questa volta, tornai in Afghanistan, e mia moglie continuò a cornificarmi negli Stati Uniti mentre io ero via.

Ero volato in Qatar, su un volo di linea e poi con un taxi arrivai fino alla base americana, ben fuori città.

Controllai i voli dall’ufficio del trasporto aereo e finii per essere prenotato su un volo cargo dell’aeronautica per Kandahar – una settimana dopo.

Questo non mi infastidì molto, perché il brivido di essere in Afghanistan era finito da tempo e venivo pagato ogni volta che mi registravo alla base.

Sarebbe stato una scocciatura rimanere alla base una settimana. Andare a Doha e prendere una camera d’albergo sarebbe stato meglio, ma avevo già visto tutto lì, incluso un paio di lavoratrici ospiti filippine e marocchine.

Cercai attraverso un sito di prenotazione viaggi destinazioni vicine. Ero anche stanco di Dubai e Amman. Beirut e Tel Aviv erano problematici per vari motivi politici e di sicurezza.

Decisi quindi che un volo di cinque ore era il mio limite per un breve viaggio. Per l’India avevo bisogno di un visto in quell’epoca, quindi mi rimanevano Etiopia e Sri Lanka.

Guardando gli hotel disponibili, decisi per Colombo nello Sri Lanka.Prenotai un volo e una camera al G F Hotel in centro sulla costa.

Lasciai la mia borsa da lavoro a un ragazzo alla base che conoscevo e presi un taxi per l’aeroporto.

Il volo di cinque ore su Qatar Airways fu piacevole e durante il tragitto comprai una bottiglia di Stoli all’aeroporto di Colombo.

Questo sarebbe stato più utile alle mie ospiti che femminili che a me. Mi sentii bene quando finalmente mi registrai al G.F.

Un “grand hotel” costruito durante il periodo coloniale britannico con i pavimenti originali in legno, i pannelli scuri, le piante nei grandi vasi e il personale con le giacche bianche inamidate.

Prenotavo sempre in grandi hotel in paesi meno sviluppati.

In questo modo, se “avessi avuto fortuna” e fossi riuscito a convincere una donna a venire nella mia stanza, gli ingressi e le lobby erano abbastanza grandi e abbastanza riservati che il nostro ingresso non avrebbe provocato sguardi o ostacoli da nessuno.

La stanza era enorme, con un letto enorme, una scrivania e un paio di sedie a sdraio. Uscii e camminai lungo la costa vicino all’hotel. C’erano molte famiglie a spasso.

Era piacevole e sembrava sicuro. Non sembrava ci fossero molte possibilità per far avvicinare le donne. Tornai in hotel e bevvi una birra al bar dell’hotel e andai a dormire.

Il giorno dopo, girovagai per il centro di Colombo, facendo visita a una farmacia per fare scorta di tutto ciò che potevo.

Visitai un tempio indù e buddista. A dire il vero, Colombo non era esattamente un centro culturale.

Tornai in hotel per fare un pisolino, poi uscii ad esplorare la vita notturna. Non trovai alcuna traccia di vita notturna.

C’erano solo bar squallidi intorno alla stazione ferroviaria.

Gli altri bar intorno all’hotel erano vuoti.

Rinunciai e decisi di prendere un “tuk-tuk” (un taxi aperto a tre ruote), quando un autista si fermò e mi chiese se volevo andare da qualche parte.

Gli dissi “G.F Hotel” ma lui aveva altre idee per me.

“Signore, vuoi una signora?” mi chiese.
“No, non stanotte”. In verità, ero da molto tempo che pagavo e volevo un po’ di seduzione.
“Molte belle donne, ragazze, pulite, scopabili, ti porto lì.”
“No, io sono stanco.”
“Ragazze, molto pulite ” disse, esitando.

Adesso, potrei sembrare un depravato, ma questo mi offese molto. Poiché lui aveva aperto un dialogo che mi aveva offeso, non ebbi scrupoli ad offenderlo.

Comunque, era alto un metro e mezzo ed era magro.
“No, non mi piacciono le ragazze, mi piacciono le donne più anziane, le zie. Mi piacciono le casalinghe.”
“Signore?” Non sembrava capire, quindi riformulai la frase.
“Mi piacciono le donne sposate, le madri , trenta, quaranta, cinquanta anni. Sei sposato?”
“Sì, signore, sono sposato.”
“Da quanto tempo?”
“Ventidue anni, signore.”
“Tua moglie è bella? Carina?”
“Sì, signore.”
“Allora voglio scopare tua moglie. Posso scopare tua moglie? Pagherò cento dollari per scopare tua moglie.”

Accostò immediatamente il tuk-tuk, si fermò e si girò verso di me.
“Sì, sì, tu puoi scopare mia moglie. Quando? Non adesso, domani!”
Mi mise una mano sulla gamba e mi diede una pacca con la mano. Era eccitato! Il tipo era un cuckold! Fu stupefacente.

Chiesi il suo nome – Sampat, e gli strinsi la mano, dicendo “È un affare Sampat, cento dollari.”

Sampat riprese a guidare e quando mi lasciò al cancello dell’hotel, decidemmo di incontrarci nello stesso posto il giorno successivo alle 13.

Tornai nella mia stanza, lessi alcune e-mail di mia moglie su di lei e Paul, e mi feci una sega.

La mattina dopo mi alzai verso le otto, feci la colazione a buffet (molto buona) e mi rilassai nella mia stanza.

Non ero sicuro che Sampat si fosse presentato, ma stavo godendo l’anticipazione. All’una meno dieci, presi una bottiglia d’acqua dal frigorifero del minibar e mi diressi verso l’ingresso.

L’una passò, ma gli diedi qualche minuto in più e Sampat arrivò col suo tuk-tuk. Era solo.
“Tu vieni a casa mia, vedi la moglie.”

Ero un po’ diffidente, ma ricordavo l’entusiasmo di Sampat per l’idea di farmi scopare sua moglie. Avevo vissuto un paio di imboscate, bombe lungo la strada e attacchi con razzi, quindi i miei circuiti cerebrali erano sempre ipervigilanti.

Valutai che il rischio era basso, al massimo potevano farmi una rapina e mi calmai. Pensai anche che avrebbe potuto far passare una vecchia puttana come sua moglie e dividere i $ 100 con lei.

Mi guidò nell’entroterra col suo tuk-tuk attraverso una serie sempre più piccola di viali, strade, fino a una lunga serie di vicoli stretti, prima asfaltati e poi sterrati.

Alla fine, ci fermammo davanti a una casa di cemento, mezza dipinta e senza finestre.

La casa era circondata da cespugli e banani. Il cortile era sterrato e polveroso. C’erano galline e bambini scalzi che correvano nel cortile.

Entrammo nella porta aperta della casa in una cucina, dove c’era una donna anziana chinata a impastare qualcosa.

Mi diede solo un’occhiata. I bambini sbirciavano dalle porte. Sampat si guardò attorno e mi condusse in un salotto, oscurato dalle tende.

Indicò una donna seduta su un divano con lenzuola di cotone gettate sopra i cuscini, ancora avvolti nell’involucro di plastica originale. Guardai la donna e dissi: “Ciao, come stai? Mi chiamo Jerry.”
“Sì” disse lei annuendo. “Come ti chiami?” le chiesi.
“Sì” disse ancora . Ovviamente, non parlava inglese.

Forse neanche troppo intelligente, impossibile da dire. Si alzò in piedi. Era abbastanza alta, quanto Sampat. Non era scura come Sampat, piuttosto caffè-latte.

Capelli neri lunghi fino alle spalle. Era vestita con uno di quegli abiti a trapezio di cotone larghi, quindi non potevo determinare esattamente la sua figura.

Potevo vedere che le tette e il culo riempivano bene il vestito e non riuscivo a vedere alcun rigonfiamento di pancia, quindi aveva una forma femminile, anche se aveva un “paio di chili in più”.

Mi rivolsi a Sampat, con un grande sorriso.”Come si chiama? È bellissima”.
“Il suo nome è Anisha”. Mi avvicinai di più a lei e le misi una mano sulla vita, e la tirai a me per baciarla sulla guancia.

Ridacchiò un po’, tremando dal nervosismo, ma sembrava un nervosismo eccitato. Non avevo idea di cosa le avesse detto Sampat.

Dalla familiarità di Sampat con lei e le altre persone della casa – la vecchia signora, i bambini – era ovvio che fossero sposati.

Avevo letto “The Game” di Neil Strauss, l’avevo trovato in una stanza dei giochi in una base militare.

Da lì, avevo letto in un sacco di siti web storie sulla seduzione rapida e neurolinguistica, nel mio tempo libero.

Avevo sperimentato le lezioni su varie donne a Doha, Dubai, Europa e Stati Uniti. Funzionava!

Dato l’inglese limitato di Anisha, avrei dovuto usare abilità non verbali e usare di più il linguaggio del corpo.

Focalizzai i miei occhi blu sui suoi occhi marroni come un laser, regola numero uno. Semplificai il mio inglese fino alle basi. Inoltre, ripetei il suo nome il più possibile.

“Anisha, sei molto bella.”
“Sì.” Fece quella cosa indiana con la testa da parte a parte, divertente.
“Anisha, sono felice di conoscerti. Grazie, Sampat, per avermi portato ad Anisha.”
“Sì” di nuovo scosse la testa. Le feci un grande sorriso.
“Sei tu” dissi in inglese semplificato “felice di essere” poi indicai me stesso “con me?”
Indicai le mie labbra in un bacio. Diede di nuovo una piccola scossa con la testa.
“Sì”.
I bambini sbirciavano timidamente nella stanza.

Era ovvio che questa non era una buona posizione per quello che volevo fare, nessuna privacy o discrezione.

“Sampat, andiamo al mio hotel, possiamo bere qualcosa”, dissi facendo il movimento di un bicchiere e sorrisi ad Anisha.

Tirai fuori una banconota da $ 100 piegata e gliela mostrai.

“Sì, possiamo andare”. Era anche lui ovviamente nervoso.

Anisha parlò con Sampat in cosa? Tamil? Singalese? Non lo so.

Capii che Anisha insisteva per cambiarsi, quindi la aspettammo qualche minuto, fino a quando uscì dalla loro camera da letto con una camicetta e una gonna un po’ sotto le ginocchia.

Sì, aveva fatto bene a cambiarsi e sentii il mio cazzo gonfiarsi sotto l’influenza della situazione. Salimmo tutti nel tuk-tuk.

Mi sedetti nella parte posteriore con Anisha, mentre Sampat guidava (non c’era nessun sedile passeggero davanti su un tuk-tuk).

Mentre Sampat ci conduceva all’hotel , allungai il braccio sulla spalla di Anisha e la avvicinai. Lei ridacchiò. Mi voltai verso di lei e la guardai negli occhi, sorridendo. Sarebbe stato divertente.

Arrivammo al G.F e Sampat parcheggiò il tuk-tuk sulla strada appena fuori dal cancello. Presi la mano di Anisha per aiutarla a scendere dal tuk-tuk, poi la diressi verso l’ingresso dell’hotel prima di lasciarle il braccio per motivi di discrezione e vergogna.

Camminai con sicurezza e li condussi nella hall dell’hotel e andai direttamente agli ascensori, premendo il pulsante. Diedi ad Anisha una piccola spinta con l’anca quando fummo sull’ascensore e le sorrisi.

“Ecco la mia stanza”.

Volevo che Anisha vedesse il lusso, godesse e pensasse al simbolo della mia ricchezza e delle mie capacità.

Feci cenno a Sampat di sedersi su una delle sedie e ad Anisha di prendere posto su un divanetto di fronte al letto king-size, tutto rifatto con lenzuola bianche. Ero desideroso, ma sapevo che dovevo farla stare comoda.

Chiamai il servizio in camera e ordinai due pizze, perché non conoscevo le loro abitudini alimentari.

“Sei singalese o tamil?” chiesi ad Anisha.
Questa volta mi sorprese e rispose : “Sono tamil.”
“Oh, non deve essere facile qui in Sri Lanka.”
Mi riferivo alle guerre civili che impiegarono anni a finire.

“Sì”. Rispose con un nervoso scuotimento della testa.
“Conosci M.I.A?” tirai fuori il mio smartphone per trovare una foto del cantante tamil e glielo mostrai.
“Sì”. Misi una sua canzone su YouTube, alzai il volume e mi alzai per ballare un po’. Lei ridacchiò.
Stavo cercando di metterla a suo agio e anche di non annoiarla. Non volevo continuare a fare la scimmia danzante.

Tirai fuori l’alcool, la cura per la noia. Presi la bottiglia di Stoli e un po’ di aranciata e Coca Cola dal frigorifero. “Coca-Cola o aranciata?” dissi sollevando le piccole bottiglie. Sampat voleva Coca Cola, Anisha voleva l’arancia.

Versai una gran quantità di vodka per entrambi e aggiunsi lo zucchero del servizio da tè e caffè per la bevanda di Anisha, perché solo la soda con l’arancia non avrebbe mascherato quella quantità di vodka.

Versai meno vodka per me stesso e usai la stessa soda all’arancia per distinguere Sampat da lei e da me. Li servii e alzai il bicchiere.

“Cin cin. Mi piace la soda all’arancia.”

Fortunatamente, finimmo i nostri primi drink prima dell’arrivo delle pizze, almeno l’alcol sarebbe stato assorbito più velocemente.

Tenni il ragazzo del servizio in camera sulla porta e gli diedi una mancia prima di spingere il carrello in camera.

Mescolai un altro giro di bevande forti per loro. Anisha sembrava felice di mangiare la pizza. Placido, paffuto e passivo, Sampat si mangiò una pizza da solo.

Io ne avevo ancora un quarto, dato che avevo fatto una colazione abbondante e poi avevo pranzato solo con un po’ di frutta.

Bevvi un altro litro di acqua (era una cosa che avevo imparato, la disidratazione terrà il tuo cazzo inerte).

Era tempo di concludere qualcosa. Mi avvicinai ad Anisha sul divanetto, le misi un braccio attorno e la tirai verso di me.

Si sporse, ridacchiando di nuovo. Sampat disse qualcosa in tamil. Mi sporsi per baciarla e leccarla sul collo. La mia mano si protese attorno al suo corpo e le accarezzai il seno destro.

Era tempo di schierare “l’afrodisiaco verde” e sigillare l’affare.

Tirai fuori un biglietto verde dai miei pantaloncini e lo diedi ad Anisha. Volevo “potenziarla”, dandole i soldi, mettere Sampat al margine e eccitare lei con la ricchezza, poiché, secondo me l’avidità e la lussuria sono strettamente legate alle donne.

Lo prese e lo mise nella sua piccola borsetta. Con ciò, mi sporsi per darle un bacio completo sulle labbra, facendo scivolare la lingua nella sua bocca.

Sapevo che questa era una cosa molto più grande nella loro cultura, quasi intimo come il sesso stesso.

Lei rispose, infilandomi la lingua in bocca e ricambiando il mio abbraccio, mettendo le sue braccia attorno al mio corpo.

Niente mi eccita di più di una donna che mi bacia con ardore, e qualcosa iniziò a crescere nei miei pantaloncini.

Sì, questo era sfruttamento, ma non ebbi pietà per Sampat, che stava sfruttando e prendendo soldi dai bordelli. Pensai di “fotterlo” e questo mi eccitò ancora di più.

Anisha puzzava un po’ di sudore, ma probabilmente anche io. Avendo visto la loro casa, non volevo tralasciare l’igiene “laggiù”, quindi pensai di farmi una doccia con lei.

Volevo anche far vergognare un po’ Sampat. Mi alzai e tirai Anisha in piedi, di fronte a me. Guardai Sampat. “Anisha si farà una doccia con me.”

Annuì, senza parole per lo shock. Sapevo quello che stava passando. Mi tolsi la maglietta, poi tolsi la camicetta di Anisha.

La baciai e mi allungai per sganciarle il reggiseno facendole scorrere le mani sulla schiena e giù fino al culo mentre il reggiseno cadeva.

Trovai la chiusura sul retro della gonna e sganciai anche quello, spingendo la gonna a terra. Le sfilai il reggiseno dalle spalle.

Ora era nuda davanti a me tranne che per le sue “mutande da nonna” di cotone.

Le presi la mano e la condussi nel grande bagno, coperto di classiche piastrelle bianche e nere. Mi tolsi i pantaloncini e il mio cazzo duro balzò fuori.

Mi sono quindi accovacciato per tirare giù le mutandine di Anisha. Mi fece piacere quello che vidi.

Aveva davvero un gran bel culo, e le sue tette si afflosciavano appena. Solo un piccolo rotolo di grasso in vita, che era più stretta dei fianchi.

Tutto sommato, era molto simile a mia moglie, ma più alta, e mi piaceva. Il bagno era lussuoso, con una grande doccia e una grande vasca da bagno.

La portai nel box doccia, che aveva vari comandi, tra cui un ugello manuale.

Accesi l’acqua: l’acqua fredda non è mai un problema ai tropici, quindi le insaponai la schiena e le ascelle, poi insaponai me stesso. La girai e la baciai, lei mi ricambiò il bacio.

Presi la saponetta e le massaggiai la figa, la infilai tra le gambe e le accarezzai il clitoride. Potevo sentire che era bagnata e che il suo clitoride era grosso.

Mi accovacciai un po’ e afferrai il mio cazzo duro per strofinarlo sulle labbra della sua figa. La baciai profondamente.

Presi l’ugello della doccia in mano e la risciacquai, prestando maggiore attenzione alla sua figa.

Chiusi l’acqua e afferrai uno degli asciugamani da bagno per asciugarla, strofinandola per darle piacere. Mi asciugai velocemente e la presi di nuovo per mano per ricondurla in camera da letto.

Sampat era ancora lì, ovviamente. Tirai giù le coperte del letto e ci stesi Anisha. Il mio cazzo si era afflosciato un po’, quindi mi sdraiai sulla schiena e tirai la testa di Anisha su di esso.

Mi fece piacere vedere che sapeva cosa volevo e iniziò a succhiarmelo. Il mio cazzo rispose rapidamente e presto fu lungo e duro.

Era una brava succhiacazzi, non usava i denti e con la mano accarezzava il fusto mentre succhiava la parte superiore.

Era così brava, infatti, che Sampat fece un’osservazione di risonanza in Tamil dalla sua sedia.

Anisha lo guardò e disse qualcosa che sembrava lamentoso.

Non avevo intenzione di sopportare i commenti, quindi mi alzai dal letto, nudo e con il mio cazzo sporgente, e mettendo la mano saldamente sulla spalla di Sampat, lo spinsi giù e indietro sulla sedia.

“Devi stare zitto!” dissi. Non in tono arrabbiato, ma in quello che chiamano “voce di comando” nell’esercito.

Diede una scrollata di spalle e fece una smorfia.

Tornai a letto, baciando profondamente Anisha e facendo scorrere le mani sul suo corpo.
Le sollevai una gamba sopra la mia vita e allungai la mano per accarezzarle la figa, che era molto bagnata.

Come sempre, questo tocco di umidità rese il mio cazzo duro. Le accarezzai il clitoride e lei iniziò a inarcare i fianchi in risposta.

Stava diventando più bagnata e io continuai ad accarezzarla con quattro dita sul clitoride mentre lei si eccitava sempre di più.

Le succhiai le tette, poi mi spostai per succhiarle la figa.

Mi respinse. “No … no.” Mi chiesi se Sampat o nessun altro uomo le avesse mai fatto questo. Forse no.

Le spinsi le braccia sotto le gambe, le afferrai le mani e le tenni ferme al letto, poi le aprii le gambe.

Iniziai con leccarle delicatamente le labbra, stuzzicandola, toccando il clitoride con la punta della lingua, quindi tornando alle sue labbra esterne.

Una leccata, infilando un po’ di lingua nella sua figa, poi alcuni colpi di lingua sul clitoride.

Quando iniziò ad abbassare i fianchi per incontrare la mia lingua, lasciai la presa sulle sue mani e allungai una mano per accarezzarle il seno, stringendole delicatamente i capezzoli.

Presto piegò i fianchi contro la mia bocca al punto che il suo osso pubico mi colpì il naso e le mascelle.

Gemette in un “Uhhhhh … uhhhhh” lieve ma continuo fino a quando non iniziò davvero a contrarsi e gemette un po’ più forte. Sapevo che sarebbe venuta, ma non smisi subito.

Rallentai, mi tirai indietro e decisi che era il mio turno.

Mi alzai in ginocchio, mi sputai sulla mano e me la sfregai sul cazzo, poi mi abbassai sui gomiti e mi spinsi dentro.

Mi dava una buona sensazione, sembrava perfetta per il mio cazzo di medie dimensioni. Mi mossi lentamente e ritmicamente, lunghi tratti profondi, tratti superficiali, strusciando il mio osso pubico contro il suo clitoride.

Mi sarei preso tutto il tempo che volevo.

Ero contento di essermi masturbato la sera prima. Avremmo dato a Sampat uno spettacolo completo.

Sollevai le braccia e cominciai a sbatterle contro, eccitato dai suoi occhi che mi guardavano. Guardai Sampat, che ci stava dando tutta la sua attenzione.

Capii che non c’era problema di preservativo. Non so perché. Anisha era sui quarantacinque, da quel che avevo stimato.

Forse sapevano che i suoi giorni fertili erano passati.

La scopai duramente per minuti, poi la girai e la misi sopra di me, sollevandomi per sedermi contro i tanti cuscini sul letto, quindi avevo pieno accesso a succhiarle le tette e baciarla.

Mi muovevo a malapena, spingendo leggermente i fianchi verso l’alto e strusciando il mio osso pubico contro il clitoride. Volevo che Anisha si muovesse.

Presto cominciò a sollevarsi su e giù, accarezzandomi il cazzo con la figa e il clitoride. Stava gemendo con lo stesso “uhhhhhh … uhhhhh”.

Pompai un po’ per allinearmi al suo ritmo, sbattendo il mio cazzo in lei. Il suo succo di figa stava scendendo sul mio cavallo.

Avrei potuto andare avanti all’infinito in questo modo. Sampat mormorò qualcosa dalla sua sedia. Lo ignorammo. Ci stavamo baciando e lei mi succhiava il labbro inferiore tanto da farmelo diventare viola. Era molto sensuale!

Si alzò in groppa e cominciò a rimbalzare su e giù, in quel modo mi preoccupai che se mancava il tiro poteva spezzarmi il cazzo.

Dopo un paio di minuti, lei stava respirando affannosamente, quindi la ribaltai sulla schiena e la lasciai rilassare.

Allargai la gamba destra sulla sua gamba sinistra, una posizione che mi permise di entrare di più in profondità e che le mie precedenti donne adoravano.

La presi lentamente, le lasciai riprendere fiato e mi riposai un attimo, accarezzandola e baciandola. Altre parole mormorate in tamil di Sampat, furono ignorate.

Ero entrato in uno stato di trance, sentivo la mia pelle fuori e dentro di lei. Sempre con il mio cazzo d’acciaio. Il mio labbro inferiore gonfio e viola dalle succhiate di lei.

Continuammo così per almeno mezz’ora. Anisha era già venuta, tre, quattro volte? Non ne ero sicuro. Decisi di venire, ma come?

Alla pecorina mi ha sempre fatto venire velocemente, stavolta avrei dovuto lavorare. La girai e le sollevai i fianchi, sollevandola con un paio di cuscini sotto il petto e la pancia. Le scivolai dentro da dietro, ammirando il suo culo.

Era ben lubrificata, quindi iniziai a sbatterla per ottenere l’attrito di cui avevo bisogno per venire. La nostra carne si sbatteva forte l’una contro l’altra. La stavo scopando forte, la sbattevo mentre lei gemeva il suo “uhhhhh … uhhhh”.

Stavo facendo un buon allenamento cardio, minuto dopo minuto. Mi allungavo per accarezzarle i capezzoli e baciarla alla schiena.

Ci diedi dentro di nuovo, con colpi rapidi, sfregando la punta sensibile del mio cazzo sul bordo della sua figa, premendole il culo e le curve.

Dopo dieci o quindici minuti avevo bisogno di una pausa, quindi la girai alla missionaria e continuai a sbatterla con la parte superiore del corpo appoggiata sui gomiti.

Colpendo la sua figa con la punta del mio cazzo, cominciai a sentire l’orgasmo arrivare.

La baciai e feci in modo che l’orgasmo esplodesse, ottenendo finalmente il sollievo di quegli spasmi ma non mi fermai perché volevo svuotare le mie palle dentro di lei.

Dopo ciò, risi e anche lei, in uno stato di puro sollievo. Mi sdraiai sulla schiena accanto ad Anisha. Sampat era ancora seduto lì, non sembrava felice.

Disse qualcosa che sembrava essere un “andiamo” in tamil.

Mi alzai per usare il bagno, mi lavai e mi misi i pantaloncini. Quando uscii, Sampat era in piedi e Anisha si stava rivestendo con le sue mutandine e il reggiseno.

Invitai Sampat :”Ti piacerebbe usare il bagno?” E feci un gesto verso di esso. Lui annuì e entrò. Quando entrò e chiuse la porta, afferrai Anisha e le diedi un bacio profondo, che lei ricambiò con fervore.

Decisi che volevo di più. Continuai a baciarla fino a quando Sampat uscì, e lei mi respinse. Guardai Sampat.

“Voglio che Anisha resti con me stasera” dissi, tirando fuori dalla tasca una banconota da $ 100. La offrii ad Anisha.

“La vuoi? Rimani!” facendole segno di fermarsi. Sampat scosse la testa e disse qualcosa in Tamil.

Presi un’altra banconota da $ 100, e le diedi entrambi ad Anisha. “Resta” indicando lei, il pavimento e poi il letto.

“Tu vai a casa” indicai Sampat e facendo un cenno con la mano verso la porta. “Ok?” “Ok” disse, e le diedi $ 200.

A me cambiava poco. Parlai con Sampat: “Sta bene con me. Puoi andare a casa tranquillo”. Gli strinsi la mano per dargli un po’ di rispetto.

Disse qualcosa in Tamil ad Anisha, lei disse qualcosa e fece quell’onda con la testa. “Ci vediamo più tardi” dissi.

“Ok?” “Ok” rispose, si girò e uscì dalla porta.

Il resto del pomeriggio e della sera fu piacevole. Non appena Sampat se ne andò, spogliai Anisha e le diedi una lunga, lenta scopata.

Ci riposammo poi a letto e ordinai la cena con il servizio in camera e una bottiglia di vino bianco. Le piaceva il lusso ed ero felice di offrirglielo.

Non riuscimmo a comunicare verbalmente, ma lo abbiamo fatto bene non verbalmente.

Guardai un po’ di TV, lei si addormentò, mi addormentai pure io e la svegliai quando mi svegliai con il cazzo duro. Era più rumorosa e più appassionata da quando Sampat se n’era andato.

Alle 9 circa si alzò, si fece la doccia, si vestì e se ne andò. Mi alzai e le diedi un bacio d’addio. Non aveva un numero di telefono – non aveva un telefono.

Tornai a Doha il giorno successivo e trascorsi un lungo anno a Kandahar. Non rividi mai più Anisha o Sampat.

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